Dao De Jing

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,
senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.
Più si va lontano, meno si conosce.
Per questo il saggio senza viaggiare conosce,
senza vedere nomina, senza agire compie.
Dao De Jing, Lao Zi

venerdì 25 febbraio 2011

Il più grande cartografo della Cine del '600 era un trentino, tal Martino Martini


Confratello di padre Matteo Ricci, condivide con lui l’esperienza dell’apostolato in Cina ma soprattutto la passione per la geografia: la sua opera più nota è il primo grande atlante della Cina, che illustra con 17 tavole le varie province e fornisce notizie etniche dettagliate. Nel 1997 un gruppo di docenti dell'Università di Trento ha fondato l'associazione culturale Centro Studi "Martino Martini". Il gesuita è stato scelto in quanto propugnatore ante litteram del dialogo e della cooperazione fra le civiltà europea e cinese.

Martino Martini nasce a Trento il 20 settembre del 1614 in una famiglia di mercanti. A 18 anni si trasferisce a Roma ed entra nel Collegio Romano (l’attuale Pontificia Università Gregoriana) per diventare gesuita. Nel marzo 1640 salpa da Lisbona con 24 confratelli alla volta delle Indie Orientali. La traversata, che tocca in successione Goa, in India, e Macao, in Cina, è a dir poco avventurosa. Nell’ottobre 1643 si stabilisce ad Hangzhou, provincia del Zhejiang, “la città più bella che esiste sotto il cielo” – a giudizio dei cinesi – e là inizia la sua attività missionaria, mentre il Paese è sconvolto dalla guerra fra la dinastia autoctona dei Ming e quella tartara dei Qing. A seguito di spostamenti dettati dai suoi superiori visita alcune province della Cina lungo il Canale Imperiale, acquisendo una profonda conoscenza della geografia, dell’economia e della popolazione di quel grande Paese. Durante la sua lunga permanenza in Cina Martini ha appreso la lingua locale, avvalendosi anche dell'esperienza maturata dai confratelli come Matteo Ricci. Martini, per la prima volta per un europeo, ha redatto la propria opera geografica e cartografica proprio basandosi sulla precedente conoscenza del territorio elaborata dalla tradizione culturale cinese. In questo senso, la sua opera è nettamente più precisa dell'opera di Ricci.

Nel 1651 parte per raggiungere Roma in qualità di procuratore della missione, per spiegare alla Santa Sede il significato delle consuetudini funerarie e confuciane cinesi, ma la nave, sulla quale si era imbarcato dopo quasi un anno di attesa nelle Filippine, viene catturata dagli olandesi, che lo trattengono a Batavia (Giacarta) per altri otto mesi. Nel settembre 1653 sbarca a Bergen, in Norvegia, da dove prosegue alla volta di Amburgo, Amsterdam, Anversa e Bruxelles. Nel marzo 1654, ad Anversa, dall’editore B. Moret viene pubblicata la De Bello Tartarico Historia ovvero la cronistoria della guerra civile, di cui era stato suo malgrado spettatore, che riscosse un successo straordinario. In quell’anno si ebbero quattro edizioni del testo latino e cinque traduzioni (tedesca, italiana, francese, inglese e olandese). I cinesi a tutt’oggi fanno riferimento alla sua opera, a riprova della serietà e affidabilità del testo.

La sua opera più nota, il Novus Atlas Sinensis (1655), venne scritta in latino, ossia la lingua più diffusa fra i dotti in Europa. Nei decenni successivi è difficile trovare opere di cartografi europei più precise ed accurate di quelle di Martini. Predisposto il materiale del Novus Atlas Sinensis, Martini lo affidò all’editore Joan Blaeu, che pubblicò l’opera ad Amsterdam. Il fatto che l'editore, Joan Blaeu, fosse uno tra i maggiori d'Olanda assicurò alla sua opera il tramite di un'ampia e capillare rete di distribuzione. Era il primo grande atlante della Cina che gli europei poterono consultare, con 170 pagine di testo,oltremodo ricche di informazioni sulle singole province, di cui sono illustrati confini, caratteristiche generali, variazione nel nome, indole degli abitanti, prodotti principali e status amministrativo, corredate da 17 tavole, sulle quali Martini tracciò le linee della latitudine e della longitudine, riuscendo a fornire l’esatta ubicazione di oltre 2100 località cinesi, giapponesi e coreane.

Giunto a Roma nell’ottobre 1654, Martini fa un dettagliato resoconto ai superiori di Roma, sulla situazione in terra di missione, con particolare riguardo ai progressi nell’opera di apostolato, evidenziati dai dati statistici sul numero dei convertiti. Sostiene con successo, davanti al Santo Ufficio, la legittimità dei riti confuciani cinesi e ottiene l’avallo della Congregazione Propaganda Fide col decreto di papa Alessandro VII, il 23 marzo 1656.

Salpa da Lisbona alla volta della Cina il 4 aprile 1657 con altri 16 gesuiti e rientra ad Hangzhou nel giugno del 1659, dopo un viaggio reso drammatico a causa di un attacco pirata, terribili tempeste e una grave epidemia a bordo. Martino Martini muore il 6 giugno 1661, all’età di 47 anni, dopo essere riuscito ad avviare la costruzione della “Chiesa dell’Immacolata Concezione”, in stile europeo, secondo un progetto da lui stesso predisposto.

Mentre Martini era ancora in viaggio, a Monaco di Baviera i suoi confratelli fecero pubblicare (1658) la Sinicae Historiae Decas Prima, storia della Cina antica, dalle origini fino alla nascita di Cristo. Il testo, come dice il titolo, è suddiviso in dieci libri, ai quali, nelle intenzioni del Martini, doveva seguire una seconda deca. Purtroppo la morte prematura gli precluse la possibilità di completare l’opera. Grande prestigio ebbe in Europa la Grammatica Sinica del Martini, testo base per i sinologi del Nord Europa, rimasto purtroppo manoscritto data l’impossibilità di stampare i caratteri cinesi. Dal testo manoscritto derivarono le prime grammatiche cinesi.

La tomba di Martino Martini

La fama del Martini non si spense con lui: dopo 15 anni la sua salma era ancora oggetto di omaggio e di venerazione non solo da parte dei cristiani, ma anche dei taoisti e buddisti, al punto che un superiore della missione dei lazzaristi nel 1877 (due secoli dopo la morte) diede ordine di seppellire nuovamente Martini per stroncare un culto divenuto idolatrico. Oggi le sue spoglie riposano in un mausoleo presso la città di Hangzhou, in un’area di ca. 1600 metri quadrati, riservata dal 1993 ad uso cimitero cattolico.

Nel 1997 un gruppo di docenti dell'Università di Trento ha fondato l'associazione culturale Centro Studi "Martino Martini" che sta curando la pubblicazione dell'opera omnia di Martini. Durante un convegno internazionale organizzato nella sua città natale, un membro dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, il professore Ma Yon disse: «Martini fu il primo a studiare la storia e la geografia Cinese con obiettivo rigore scientifico, l’ampiezza della sua conoscenza della cultura cinese, l’accuratezza delle sue ricerche, la profondità della sua comprensione dei concetti cinesi sono esempi per i moderni sinologi.»

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